Pose shooting

Pose per shooting fotografico, alcune idee

Sebbene i social e la nuova tecnologia ci porti a essere sempre più sotto il mirino delle fotocamere, spesso mettersi in posa durante un servizio fotografico ci blocca e ci rende insicuri. Questo è del tutto comprensibile, in quanto solitamente siamo abituati a sorridere a uno strumento per noi familiare, quello del cellulare.

Quando si decide, però, di realizzare un vero servizio fotografico, capita di non essere del tutto spontanei sia nelle pose che nelle espressioni. Come fare per raggiungere dei risultati più soddisfacenti? Prima di tutto è necessario calmarsi e cercare di rimanere a proprio agio: un bravo fotografo saprà sicuramente come fare per farvi rilassare.

Dopo essere entrati maggiormente in confidenza con la macchina fotografica, un altro dettaglio da curare prima di scattare per il vostro shooting è quello delle pose. Come già scritto, più si sembra spontanei e di maggiore qualità sarà il risultato finale.

Se siete amanti della freschezza e sincerità anche in foto, potreste farvi consigliare dal fotografo a cui vi siete rivolti o trarre qualche ispirazione dai social. Pinterest è in questo caso il migliore alleato: basterà cercare “ritratto fotografico” all’interno della piattaforma per decidere quali riproporre davanti all’obiettivo.

Pose per shooting fotografico

Tra le innumerevoli pose presenti, ecco quelle più comuni e gradite:

  • Seduti a terra con le gambe incrociate
  • Appoggiati al muro con le braccia alzate o incrociate
  • In piedi, fissando l’obiettivo sorridendo o con uno sguardo malizioso
  • Sdraiati a terra

Arrivare in studio determinati e con le idee chiare sicuramente permetterà di procedere in maniera spedita, riuscendo a evitare l’imbarazzo e portando velocemente a un risultato gradito. Infine, ma non per importanza, un ultimo consiglio: lasciati guidare dal tuo fotografo. Se l’hai scelto c’è sicuramente un motivo.

Improvvisazione musicale

Improvvisazione musicale, perché uscire dagli schemi

Ai musicisti viene sempre raccontato di non uscire fuori dagli schemi. Secondo molti, non eccedere è la chiave del successo. La musica basata sull’improvvisazione, tuttavia, comporta spesso numerosi benefici.

I maestri di canto, però, sono i primi a insegnare a seguire le regole: durante le prime lezioni uscire dallo spartito o interpretare a proprio modo una nota piuttosto che in un altro viene quasi proibito. Questo, però, avviene solo all’inizio di una carriera musicale, quando è importante imparare molto bene la pratica.

Man mano che si fa esperienza, invece, la musica basata sull’improvvisazione diventa sempre più importante e consigliata. Perché? La risposta a questa domanda è piuttosto semplice: perché questo procedimento porta a importanti e preziosi benefici creativi.

L’improvvisazione musicale

La definizione di improvvisazione, dopotutto, può essere resa con ‘creare un qualcosa in quel momento’. Va da sé, dunque, che nel mondo musicale questo diventa fondamentale.

Durante un live o un’esibizione in studio i musicisti generalmente rispettano a pieno quanto pianificato in precedenza. Quando si è particolarmente a proprio agio, tuttavia, capita di uscire al di fuori degli schemi e di produrre un suono o un testo nato lì sul momento.

Segno distintivo e successo della musica jazz, l’improvvisazione viene sempre più utilizzata anche in altri rami del settore e viene ormai considerata come un segno di originalità dell’artista che la attua, che così facendo si conferma essere un vero professionista.

La musica basata sull’improvvisazione, tuttavia, può essere realizzata anche da chi è meno esperto. Se sei alla ricerca di consigli utili su come creare qualcosa in un determinato momento, abbiamo deciso di elencarti tre validi consigli su come esercitarti:

  1. Lasciati andare, sbagliando si migliora;
  2. Non pensare alle aspettative, è solo così che non rimarrai deluso;
  3. Registrati, riascoltandoti potresti avere delle idee.

Buona improvvisazione!

crowdfunging

Perché non serve produrre musica con le etichette discografiche

Il mondo della musica è in continuo cambiamento: questo settore è in continuo movimento non solo nei generi prodotti ma anche nel modo in cui questi ultimi vengono realizzati.

Contrariamente al passato, infatti, per produrre musica non è più necessario affidarsi alle etichette discografiche, ma c’è la possibilità di produrre i propri brani in maniera del tutto indipendente.

Tantissimi sono i giovani che intendono farsi conoscere al grande pubblico che a volte abbandonano l’idea solo perché non sono riusciti ad ottenere il benestare di una produzione musicale. Nulla di più sbagliato.

Se si hanno buone competenze musicali, voglia di mettersi in gioco e se si è sempre aggiornati sulle tendenze del momento, è arrivato il momento di mettersi all’opera per realizzare un proprio album o brano professionale.

Come procurarsi i fondi per produrre musica

Le etichette discografiche sicuramente sono utili per coprire le spese per la produzione di un brano, ma non è l’unica possibilità presente. Al giorno d’oggi sempre più artisti hanno cercato delle vie traverse per procurarsi i fondi necessari per realizzare il proprio sogno. Oltre a utilizzare i propri risparmi, un’altra alternativa possibile è quella di utilizzare il crowdfunding.

I vantaggi, in questo nuovo metodo di fare business, sono da ambo le parti: l’artista ottiene la possibilità di coronare il suo sogno di realizzare musica, mentre l’investitore gode di un altro tipo di gratificazione, che inizialmente consiste nell’essere tra i primi ad aver creduto in un determinato progetto musicale e che a lungo termine potrebbe trasformarsi in un ritorno economico maggiore di quello investito.

Essenzialmente possiamo distinguere tre diversi modelli di crowdfunging:

  1. Reward based ovvero “basato su ricompensa”.
  2. Equity based ovvero “basato sull’equità”.
  3. Social lending ovvero “prestito sociale”

Approfondisci questo argomento su: Crowdfunding per artisti in erba, cos’è e a cosa serve

Promozione musicale e newsletter

Perché le newsletter servono per vendere musica

Vendere la propria musica non è possibile solamente attraverso le piattaforme digitali ma anche servendosi di altri pratici strumenti, come ad esempio le newsletter.

Questo strumento, spesso sottovalutato, consente in realtà di aiutare gli artisti a dimenticare i malumori per i pochi ricavati dello streaming, ponendosi come una componente aggiuntiva alle numerose attività che vengono svolte sia sulle piattaforme digitali che sulle pagine Facebook, Instagram e TikTok degli artisti moderni.

La costruzione diretta con i propri fan è infatti fondamentale perché non solo permette di monetizzare ma anche perché permette di instaurare un rapporto di fiducia con i propri ascoltatori. Se ottenere gli indirizzi email degli utenti non è più un problema, in molti si chiedono quali contenuti inviare per mantenere sempre costante l’attenzione di chi ascolta e legge.

Newsletter in campo musicale

Un errore comune che si tende a commettere è quello di pensare i propri iscritti alla newsletter come dei fan già acquisti: non sempre è così. Ad essere reiterato e mantenuto nel tempo deve essere il coinvolgimento dell’utente, che si riscontra con una costante e regolare interazione. Un testo accattivante è sicuramente un’ottima base dalla quale partire, ma non è tutto.

Le newsletter, dopotutto, rientrano su una tecnica di marketing molto conosciuta e della quale abbiamo già parlato: il funnel marketing, ovvero il percorso teorico dei consumatori dal primo contatto con il prodotto fino al suo acquisto. In calce a curiosità sulla musica e sull’artista, dunque, si potrebbero inserire link che rimandano a propri brani: così facendo anche il lettore non fan potrebbe iniziare a conoscere la tua musica e ad appassionarsi.

Approfondisci su: Funnel marketing, perché è efficace anche nel campo musicale

Non sai come impostare correttamente una newsletter in campo musicale? Contattaci, noi dello staff studieremo le migliori opportunità per la tua carriera e la tua musica.

Shooting fotografico Milano

Primo shooting fotografico, perché farlo in studio

Che tu sia un aspirante modello o che tu voglia uno shooting fotografico per immortalare per sempre un’occasione speciale, dovresti considerare l’idea di lasciarti fotografare in uno studio.

Sebbene siano tanti i book di persone in posa in riva al mare o in un rigoglioso bosco, lo studio fotografico resta sempre la prima scelta per chiunque non sia abituato a posare davanti all’obiettivo. Prediligere gli ambienti chiusi a quelli aperti, specialmente quando inesperti, porterà sicuramente a una fuoriuscita migliore di tutto il lavoro.

La presenza degli giusti strumenti di lavoro, infatti, permetterà al fotografo di realizzare foto da grande impatto visivo e artistico. Grazie alle luci e flash, infatti, sarà possibile risaltare le più belle caratteristiche di chi è in posa.

Scopri anche: Ritratto fotografico, come farlo in maniera professionale

Oltre alla componenti tecniche, realizzare il primo shooting fotografico in studio consentirà a chi in posa di essere meno impacciati. Un vero fotografo è colui che riesce attraverso un fermo immagine a mostrare l’anima di questa persona, perciò se dovessi trovarti a disagio potrebbe vedersi anche nel prodotto finito. La privacy e la riservatezza di un ambiente chiuso come quello di uno studio fotografico potrà pian piano portarti a sciogliere e a sorridere davanti all’obiettivo.

Questo non sarebbe possibile all’aperto, dove potresti essere distratto dai curiosi che si fermerebbero a fissarti e dai continui rumori esterni. Rendere il tuo primo shooting fotografico un qualcosa di più intimo scaccerebbe subito (o quasi) l’ansia da prestazione, rendendo te e i tuoi sorrisi più naturali e spontanei.

Hai ancora dei dubbi al riguardo? Contattaci per i tuoi book fotografici, potremmo metterti a disposizione la nostra sala prove e i nostri fotografi.

Effetto di prossimità del microfono

Effetto prossimità del microfono, come sfruttarlo al meglio

Durante le registrazioni in studio, specialmente se si tratta di un home recording, potrebbe verificarsi il fenomeno dell’effetto di prossimità del microfono. Erroneamente ritenuto un problema, in realtà questo effetto può rivelarsi molto utile se sfruttato nella giusta maniera.

Prima di scoprire come gestire l’effetto di prossimità del microfono, dovresti sapere che questo fenomeno è una tendenza dei microfoni direzionali a evidenziare la loro risposta alle basse frequenze quando i microfoni stessi sono molto vicini alla sorgente sonora che stanno registrando.

Va da sé, dunque, che qualsiasi voce e suono provenga da molto vicino, sarà ripreso con una maggiore quantità di bassi rispetto al normale. Questo fenomeno, se in alcuni casi è un problema da risolvere, in altri può trasformarsi in un’opportunità da sfruttare al meglio.

Come risolvere l’effetto di prossimità del microfono

Se l’interprete ha un timbro vocalico fine, potrà approfittare dell’effetto di prossimità per rendere la sua voce più doppia cantando con il microfono quanto più attaccato alla bocca possibile. Anche in questo caso, però, è bene conoscere come posizionare il microfono: se il cantante, anche inavvertitamente, dovesse spostarsi durante l’esibizione, si assisterà a una variazione dinamica sul file registrato che non potrà essere risolta neanche durante la fase di mixaggio.

L’effetto di prossimità del microfono, dunque, può essere sfruttato al meglio nel caso in cui si stia registrando con una chitarra elettrica dall’amplificatore: in queste circostanze si possono enfatizzare meglio le basse.

All’interno di uno studio di registrazione, come avrai notato, possono verificarsi tanti fenomeni che a volte possono essere riconosciuti solamente da un vero esperto del settore, che potrà consigliare l’artista su come sfruttare al meglio le proprie peculiarità.

A volta, infatti, la bravura dell’artista non basta: per arrivare al successo è necessario che si verifichino una serie di fattori, tra cui spunta anche la fase della registrazione in studio con il suo annesso mixaggio. Contattaci per trasformare il tuo sogno di incidere un album in una concreta realtà.

Cover canzoni famose

Cantare le cover, perché è sempre utile

Cantare le cover di alcune canzoni famose non è mai un errore, specialmente se sei un artista alle prime armi. Oltre a scrivere dei testi per se stessi o per altri, un vero cantautore dei giorni moderni dovrebbe anche interpretare vecchi successi.

A cosa serve ripescare dall’immenso repertorio musicale una cover? A più di quanto si possa pensare. Fare propria una canzone che è già di tutti può consentire di migliorare l’arte personale in più e più modi.

È consuetudine, anche negli artisti più famosi, di reinterpretare vecchi successi e di riproporli sul mercato. Il risultato, nella maggior parte dei casi, è sempre positivo. Lo stesso brillante risultato lo possono ottenere gli artisti non ancora conosciuti.

Interpretare una cover, dritte utili

Interpretare una cover, infatti, permette di scomporre canzoni già esistenti per conoscere i suoi elementi più importanti, come gli accordi e la segnatura del tempo. Una volta padroneggiati, oltre a perfezionare il timbro vocalico, l’artista riuscirà anche a compiere un lavoro più efficace per la scrittura.

Un altro fattore a loro vantaggio è la facilità con cui reperire la licenza per le cover: basterà richiedere il copyright e mettersi all’opera.

Tecnicismi a parte, decidere di incidere una cover potrebbe realmente consacrare l’artista alle prime armi. Immettere sul mercato o sulle piattaforme digitali un testo già noto è un’ottima opportunità per inglobare i fan dell’artista che si sta interpretando, conquistando così nuovi ascoltatori che potranno iniziare a seguirti dopo aver ottenuto una prima impressione familiare.

Se non sei ancora convinto che incidere una cover potrebbe portarti un vantaggio, dovresti pensare al loro tempo di produzione: il fatto che gli accordi e il testo siano già pronti potrebbe farti risparmiare mesi e mesi di lavoro. Come ben saprai, il mondo musicale di oggi corre a velocità completamente differenti rispetto al passato, quindi riuscire a cavalcare l’onda del successo ti permetterà di conservare la tua fanbase.

Mastering musica

Mastering della musica, gli errori da evitare

Non solo studio di registrazione: a essere fondamentale, nel mondo della musica, è ogni singolo processo che avviene dalla stesura di una canzone alla sua messa in onda.

Tra i diversi procedimenti è presente anche quello della masterizzazione della musica, uno dei tanti elementi, che, se realizzato ad hoc, potrebbe contribuire a rendere l’album un successo.

Ogni canzone che si rispetti, dunque, necessita del mastering, ovvero del processo di produzione musicale che fornisce le ultime modiche al lavoro. Trattandosi di un lavoro altamente tecnico, spesso gli artisti alle prime armi decidono di affidarsi al primo che capita. Nulla di più sbagliato: questo mestiere se non svolto correttamente potrebbe portare ad alcuni errori grossolani.

Ecco i tre più diffusi:

  • Musica con volume troppo basso
  • Musica con volume troppo alto
  • Rendere i brani senza vita

Come evitare errori durante il mastering

Sapere fino a quando potersi spingere con il volume è un quesito alla quale molti addetti al mastering cercano risposta. Sebbene la risposta a questa domanda sia conosciuta, ovvero in maniera forte e incisiva, in pochi riescono ad ottenere il risultato teorico.

Va da sé, dunque, che per paura di osare, un addetto al lavoro inesperto preferirà rimanere su dei toni troppo bassi che comprometteranno inesorabilmente l’autorità del disco stesso.

Anche alzare troppo il volume porta al problema opposto: un master troppo alto comprometterà la sonorità dei brani, rendendoli troppo rumorosi e fastidiosi alle orecchie di chiunque.

Guardare attentamente i livelli prima della masterizzazione non basta: accidentalmente si potranno creare dei picchi o dei deficit che emergeranno solo durante l’esportazione, quando sarà impossibile tornare indietro.

L’ultimo errore comune durante la fase della masterizzazione è quello di rendere i brani senza una propria storia e quindi privi di ogni vitalità. Se il file audio viene troppo compresso, infatti, risulterà privo di attrattiva da parte degli ascoltatori.

Vuoi davvero rischiare di affidare il tuo lavoro di una vita a gente inesperta? Contattaci per una consulenza esperta e in grado di trasformare il tuo disco in successo.

Produrre musica

Produrre musica, cosa serve per iniziare

Se anche tu hai cercato sul tuo motore di ricerca “Cosa serve per iniziare a produrre musica” sei sicuramente un artista alle prime armi che vorrebbe vedere concretizzato il tuo sogno di realizzare un brano o un disco.

Come sicuramente saprai, per riuscire a ottenere un buon prodotto finito, dovrai affidarti a degli esperti del settore in grado di offrirti le migliori esigenze per le tue tasche e per le tue potenzialità musicali. Prima di arrivare a parlare dei tecnicismi di uno studio di registrazione, però, è importante che tu conosca alcune delle qualità imprescindibili che chiunque decida di lavorare nel mondo della musica dovrebbe conoscere.

Come sfondare nel mondo della musica

Avere una bella voce originale non basta: un vero artista dovrebbe conoscere molto bene anche la teoria della musica e non solo la pratica. È solo attraverso uno studio approfondito, infatti, che si potranno raggiungere delle consapevolezze in più su questo mondo che a lungo andare porteranno i risultati sperati sia con i produttori che con gli ascoltatori.

Un errore che commette chi inizia a produrre musica è quello di sentirsi già un artista ‘arrivato’. Nulla di più sbagliato. Anche i più grandi della musica italiana e internazionale non smettono mai di studiare, continuando a frequentare scuole di canto e leggendo centinaia di libri su questo settore. Giungere al cuore di milioni di persone non sempre è sinonimo di qualità e questo un vero professionista lo sa sempre.

Per continuare a produrre musica, inoltre, come visto nei precedenti articoli, è importante non dimenticare il rapporto con il pubblico. I live, oltre ad essere un gioioso momento di condivisione, permettono di rafforzare il rapporto con i propri fan e fungono da vere e proprie palestre per gli artisti.

Infine, per continuare a produrre musica serve un ultimo ma determinante fattore, ovvero quello di non arrendersi mai. Questo mestiere, per quanto sia bello, non è sempre e solo roseo: imparare ad affrontare i momenti più bui permetterà di tornare alla luce con una grinta maggiore.

Home recording

Studio di home recording, 8 strumenti che devi assolutamente avere in casa

Non ti abbiamo convinto: sebbene nel precedente articolo abbiamo elencato i validi motivi per cui sarebbe preferibile affittare uno studio di registrazione per incidere un disco, tu sei ostinato a incidere la tua demo in casa.

Scopri di più su: Cosa serve per creare uno studio di registrazione

Abbiamo deciso di accontentarti, fornendo i nostri personali consigli per la realizzazione di un home recording.

Se sei un accanito sostenitore del fai da te e preferisci non affidare il tuo lavoro nelle mani di altre persone, dovresti subito rimboccarti le maniche e iniziare a realizzare la tua sala di registrazione.

Per quanto agli inizi punterai al risparmio, è bene che tu sappia che potresti pentirtene dopo pochissimo: se sei realmente interessato a sfondare nel mondo della musica sappi che ti servirà un budget decisamente superiore ai 600/700 euro. Affidarti a strumenti più vantaggiosi in termini economici, infatti, inciderà negativamente sulla qualità del tuo lavoro.

Cosa serve in uno studio di registrazione fai da te

Ecco di cosa non dovresti fare a meno nel tuo studio di home recording:

  1. un computer per editare
  2. monitor da studio (no al monitor dei pc portatili)
  3. scheda audio combitate
  4. uno o due microfoni
  5. asta per il microfono
  6. cuffie
  7. cavi e prolunghe
  8. software di ear training

Riuscendo ad ottenere, punto dopo punto, questi strumenti, potrete iniziare seriamente a lavorare al vostro progetto. Il nostro consiglio, specialmente se siete artisti alle prime armi, resta quello di affidarvi a dei veri professionisti del settore.

Anche se doveste riuscire a realizzare un perfetto studio di home recording con i migliori strumenti in circolazione, ciò che conta davvero è il prodotto finito. Nessuno potrà aiutarvi meglio di uno staff pronto a consigliarvi e a fornirvi tutti i consigli più utili.